
COS’E’ L’UGR?
L’UGR Unified Glare Rating è un fattore unificato in campo internazionale, sviluppato dalla CIE (Commission International de l’Eclairage) per la valutazione dell’abbagliamento diretto relativamente ad ogni specifica applicazione. Per la precisione esiste una normativa specifica che ne definisce le caratteristiche:
CIE 117 del 1995- Discomfort Glare in InteriorLighting
Poi successivamente ripresa da una normativa italiana UNI: UNI 11165 del settembre 2005, Valutazione dell’abbagliamento molesto con il metodo UGR attualmente ancora in vigore.
UGR è un indice valuta la presenza in un ambiente di abbagliamento di tipo molesto (discomfort glare).
Le norme fanno riferimento alla luminanza media dell’area emittente
dell’apparecchio. Quest’approccio non è applicabile per la maggior parte delle
installazioni a led, in particolar modo quando gli apparecchi utilizzati non presentano
una distribuzione uniforme della luminanza, tipica degli apparecchi con lampade
fluorescenti lineari.
Nei casi in cui all’interno dell’area emittente risulta visibile il led stesso (o una
matrice di led) l’abbagliamento provocabile è maggiore rispetto a quello che si
avrebbe con un apparecchio d’illuminazione fluorescente della stessa dimensione e di
pari luminanza media: per tal motivo gli indici UGR e VCP non sono sempre idonei a
definire il potenziale abbagliamento di un’installazione.
La CIE 147 (CIE 2002) fornisce alcune formule di calcolo per sorgenti di piccole
dimensioni (<0,005 m2), ma al momento non si conoscono i limiti di validità di
queste formule nel caso d’impiego di apparecchi a led.
In ogni caso, studi accurati ci indicano che a parità di luminanza media equivalente il disagio da “discomfort glare” da uno stimolo non uniforme è maggiore di quello
provocato da uno stimolo uniforme (apparecchio posizionato sulla linea di vista). In
altre parole, la spaziatura tra i singoli led posti all’interno di un apparecchio
d’illuminazione influenza la percezione dell’abbagliamento. Con il preciso intento di
definire un documento specifico, la CIE ha istituito un comitato tecnico specifico
“Discomfort glare by luminaires with a non-uniform source luminance”.
In merito alle riflessioni velanti, quantificabili attraverso il fattore di resa del
contrasto (CRF, CIE 1981), le sorgenti piccole ad alta luminosità possono produrre –
se posizionate all’interno del volume d’offesa – un CRF inferiore e quindi riflessioni
velanti maggiori. Le installazioni con led possono pertanto risultare maggiormente
critiche da questo punto di vista.
Ciò premesso, è innanzitutto essenziale fare una distinzione tra apparecchi nei quali i
led sono visibili singolarmente o “a matrice” e apparecchi in cui non sono
distinguibili: nel caso siano “comunque” distinguibili, gli stimoli non sono uniformi e
i consueti sistemi di valutazione dell’abbagliamento non possono essere considerati
attendibili.
Per definire il confine tra stimoli uniformi e non uniformi può essere talvolta utile
valutare il rapporto tra la luminanza dell’apparecchio e la luminanza dello sfondo. Un
aiuto considerevole nella previsione dell’abbagliamento può essere fornito dalle
mappe di luminanza (registrazione dei valori di luminanza per una data scena vista da
uno specifico punto di osservazione).
Spesso nei cataloghi viene riportato l’indice UGR di un apparecchio, in modo da fornire agli operatori delle indicazioni in merito al comportamento del corpo illuminante nei confronti della problematica dell’abbagliamento molesto. Naturalmente si tratta di un’approssimazione, con ogni probabilità il valore UGR indicato è derivato da tabelle UGR globali.
Spesso come output di calcolo di un qualsiasi software di verifica è possibile avere Le tabelle UGR globali che, anche se piuttosto imprecise rispetto alla formula, permettono di confrontare piuttosto rapidamente situazioni luminose differenti.
Le tabelle possono essere usate solo in determinate condizioni dell’impianto, quali:
- una stanza rettangolare,
- apparecchi dello stesso tipo e installati alla stessa altezza,
- apparecchi paralleli alle pareti disposti simmetricamente.
Quindi, ricapitolando UGR19 non significa nulla se non contestualizzato, ovvero esistono delle tabelle interne alla UNI12464 2011 che indicano molto chiaramente quali sono il livelli massimi di UGR consentiti per ogni compito visivo specificato. A volte il massimo è 19 (work station), a volte 25 (stock room), a volte 16 (technical drawing).
Ma soprattutto è difficile valutare davvero i problemi legati all’abbagliamento senza avere almeno un riferimento sul tipo di installazione, sulla tipologia di stanza, sul compito visivo e naturalmente sull’utente che fruisce lo spazio.